Antonio Ciontoli, indagato insieme alla famiglia per la morte di Marco Vannini, rischia ventun anni di carcere per omicidio volontario sorretto da dolo eventuale.
Marco Vannini è stato ucciso in casa Ciontoli la sera del 17 marzo scorso. Il ragazzo era in casa della fidanzata Martina, quando misteriosamente dalla pistola di Antonio Ciontoli, parte un colpo che ferisce ed uccide Marco. A distanza di un anno, ancora non si comprende se il colpo è partito dalla pistola accidentalmente oppure volontariamente. Quella sera l’intera famiglia Ciontoli assistette all’omicidio, ma nessuno di loro agì tempestivamente per salvare la vita a Marco che era in uno stato di agonia. I Ciontoli hanno giocato sulla vita di Marco Vannini per proteggere ed impedire che Antonio rischiasse la sua carriera lavorativa.
L’avvocato della famiglia Vannini, in un’intervista ha dichiarato che i Ciontoli rischiano una pena non inferiore ai ventun anni perchè verranno accusati di omicidio volontario sorretto dal dolo eventuale. La famiglia Ciontoli, dopo lo sparo, ha omesso di salvare Marco Vannini consapevoli del fatto che poteva morire, quindi ne hanno accettato il rischio.